14 Ottobre 2025, di Teresa Barone – PMI.it
A partire dal 2026, l’Unione Europea metterà in atto la nuova rete fiscale integrata volta a tracciare i movimenti economici di cittadini e imprese, coinvolgendo tutti gli Stati membri. Un sistema di controllo sui redditi fiscali varato con la direttiva UE n. 2226/2023, meglio conosciuta come DAC8, basata sul dialogo tra le amministrazioni tributarie e le banche dati al fine di individuare omissioni o incongruenze relative alle dichiarazioni dei contribuenti.
Il focus della direttiva DAC8 sarà il NIF, il Numero di Identificazione Fiscale europeo attribuito a ogni soggetto risiede e opera nel territorio della UE, attraverso il quale sarà possibile collegare le informazioni relative a redditi e ai movimenti economici, compreso il monitoraggio delle criptovalute.
Secondo la DAC8, infatti, sarà reso operativo un registro centralizzato delle criptoattività che conterrà i dati forniti dai prestatori di servizi per le cripto-attività (CASP), permettendo alle autorità fiscali di tracciare ogni flusso di criptovalute.
Per gli operatori del settore è previsto l’obbligo di ottenere l’autorizzazione prevista dalla normativa MiCAr (Markets in Crypto-Assets Regulation) entro il 31 dicembre 2025, a fronte di pesanti sanzioni pecuniarie che spaziano dai 1500 euro ai 15mila euro per ciascuna violazione.
Lato utenti, invece, si rischierà il blocco dell’operatività in caso di mancato aggiornamento delle proprie informazioni fiscali.